Daeshwood: il cine-couscous delle reclute del Califfato
distribuito dall’ufficio stampa Isis attraverso il circuito web dei forum e dei social network, e sponsorizzato dal colosso youtube, il nuovo filone trash della cinematografia jihadista
di Claudia Svampa
In principio era Hollywood, fabbrica di celluloide e di sogni americani da esportare a tutte le latitudini. Ma ben presto arrivò la sorellastra Bollywood (fusione tra Bombay e Hollywood ) a instaurare un regime di libera concorrenza fra gli oceani, promuovendo la tradizione cinematografica indiana, fatta di musica e danza di battiti del cuore e desiderio di emancipazione, nella cultura sociale del cinema popolare indiano.
E poi si presentò Nollywood (sintesi tra Nigeria e Hollywood) la terza sorellina africana, meno nota delle prime due nella vecchia Europa, ma altrettanto popolare, con una griglia cinematografica ispirata ai capisaldi sociali del continente nero: amore e fede – tanto islamica quanto cristiana – valori femminili e promozione della salute. Un gigante, di fatto, quanto a fatturato e a diffusione in Africa tanto che già nel 2009 l’istituto di statistica dell’UNESCO decretava il successo assoluto della settima arte nollywoodiana con il superamento della produzione dell’antagonista del cinema statunitense, posizionandola seconda solo al mercato cinematografico indiano.
Da oggi abbiamo un fratello arabo nel variegato panorama dei cine movie extra europei che non potremo che chiamare Daeshwood,(fusione di sintesi tra Daesh, l’acronimo che designa volgarmente lo Stato islamico, e la vecchia Hollywood), un nuovo genere cinematografico a metà strada fra il comico-demenziale e il videogame di guerra, con attori tronisti mediorientali, ancora mascolinamente irsuti, ma con già gli sguardi mandorlati al kajal.
Ragazzotti che, con crescente ironia e spregio dell’imbarazzo, si rotolano ripetutamente a terra nella comica parodia di “full metal barbet” , riuscito remake di un addestramento di reclute dello stato islamico per i corpi speciali del Califfato.
Distribuito dall”ufficio stampa Isis sul circuito web dei forum, social network e sponsorizzato dal colosso youtube, si inaugura quello che potremo stigmatizzare come il nuovo filone trash della cinematografia jihadista: il cine-couscous del Califfato.